Brano: [...]no al tavolaccio era
segnato un calendario rudimentale; inziava con il 15 settembre e terminava con il 24 ottobre. ” Spes ultima dea " era scritto sulla parete di fronte. Un’altra frase più difficile da decifrare, sotto il finestrino, spiegava entrambe le incisioni. ” Devani Sergio condannato a morte il 24 ottobre, salutate mio padre poi un numero telefonico di sei cifre ».
Vincenzo Pappalettera, Tu passerai per il camino, Milano, 1965.
De Vecchi, Cesare Maria
N. a Casale Monferrato (Alessandria) il 14.11.1884, m. a Roma il 23.6.1959. Dapprima nazionalista e successivamente fascista di tendenza monarchica, quadrumviro della marcia su Roma, nel 1925, in occasione della elargizione di titoli nobiliari ai gerarchi fascisti, si guadagnò quello di conte di Val Cismon.
Fondatore di squadre fasciste in Piemonte, prima della marcia su Roma capeggiò numerose spedizioni punitive. Deputato fascista alla Camera, è passato alla storia per aver volgarmente insultato, il 16.
11.1922, il presidente della stessa Enrico De Nicola e per aver de[...]
[...]22, il presidente della stessa Enrico De Nicola e per aver definito i deputati cattolici « cialtroni e castroni ». Nel dicembre 1922, dopo gli assassinii e le altre violenze perpetrate a Torino dal fascista Piero Brandimarte (v.), ricevette dal suo partito l’incarico di organizzare nella città le file del fascismo, assai scosse dalle energiche reazioni popolari e dell’opinione pubblica.
Nel giugno 1929, dopo la ratifica dei Patti Lateranensi, De Vecchi fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede e per l’occasione ricevette da Pio XI la decorazione detta dello « Speron d’oro ».
Nel conferirgli la decorazione, il Papa ebbe a dirgli: « Parlando di novità di rapporti così felicemente iniziati, lo diciamo, signor Conte, con riguardo particolare alla Sua persona, lieti che questa novità di cose si inizi e prenda avviamento da quello che Ella rappresenta, di persone e di opere, da quello che Ella è venuta già facendo per il bene, non solo del Paese, ma anche delle nostre Missioni ».
In seguito De Vecchi fu nominato governatore della Somali[...]
[...]a dello « Speron d’oro ».
Nel conferirgli la decorazione, il Papa ebbe a dirgli: « Parlando di novità di rapporti così felicemente iniziati, lo diciamo, signor Conte, con riguardo particolare alla Sua persona, lieti che questa novità di cose si inizi e prenda avviamento da quello che Ella rappresenta, di persone e di opere, da quello che Ella è venuta già facendo per il bene, non solo del Paese, ma anche delle nostre Missioni ».
In seguito De Vecchi fu nominato governatore della Somalia, e nel 1935 ministro deH’Educazione nazionale. Sostituito in quest’ultimo incarico da Bottai, alla fine del 1936 fu trasferito a Rodi come governatore del Dodecaneso (v.). Qui potè distinguersi per incapacità e per la sua notoria brutalità che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, prima ancora dell’inizio delle ostilità, lo indusse tra l’altro a far silurare una nave greca.
Si legge nel Diario di Galeazzo Ciano, alla data del 6.3.1940 (Milano, 1946): « Per la prima volta ho trovato uno che vuole fare subito la guerra con i Tedeschi contro la Fra[...]
[...]tinguersi per incapacità e per la sua notoria brutalità che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, prima ancora dell’inizio delle ostilità, lo indusse tra l’altro a far silurare una nave greca.
Si legge nel Diario di Galeazzo Ciano, alla data del 6.3.1940 (Milano, 1946): « Per la prima volta ho trovato uno che vuole fare subito la guerra con i Tedeschi contro la Francia e l’Inghilterra. Questi è nientedimeno che l’intrepido Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon! Gli americani dicono che ogni minuto nasce un imbecille: basta trovarlo. Questa volta l’ho trovato. È soprattutto un vanesio che sogna maresciallati e collari e spera conquistarli col sangue degli altri ».
Nella famosa seduta del Gran Consiglio del 25.7.1943 De Vecchi votò contro Mussolini. Per questo, nei 45 giorni del governo Badoglio fu mantenuto al comando dei reparti militari in precedenza affidatigli (216a Divisione costiera dislocata in Toscana), ma dopo l’8 settembre operò per la resa incondizionata di questi reparti ai tedeschi. Al processo di Verona (v.) fu condannato a morte in contumacia dai fascisti della repubblica di Salò. Dopo la Liberazione visse appartato e morì in una clinica romana.
Il settimanale Tempo ne ha pubblicato le memorie sotto il titolo Una sconcertante storia del fascismo.
De Vita, Corrado
N. a Noto (Siracusa) l'1.12[...]